Le emorroidi, dette anche Gavoccioli, sono vene del plesso emorroidale posto nel canale anale che si sono dilatate. Questa patologia può interessare tutte le fasce di età, non se ne conoscono le cause e si ipotizza che vi siano dei fattori favorenti:

  • vita sedentaria;
  • dieta povera di fibre;
  • aumento della pressione intra-addominale per sforzi prolungati, gravidanza;
  • predisposizione genetica
  • assenza delle valvole di contenimento all’interno delle vene emorroidarie;
  • obesità;
  • tosse cronica;
  • disfunzione del pavimento pelvico;
  • sport effettuati a sedere: ciclismo, motociclismo, equitazione;
  • sport che aumentano la pressione intra-addominale: sollevamento pesi;
  • invecchiamento

 

Come si presentano

Spesso sono asintomatiche, in altri casi si manifestano come un semplice prolasso che, se è significativo, può causare prurito anale.

Le emorroidi esterne possono andare incontro a trombosi generando una tumefazione rossastra e dolorosa. Raramente, possono ulcerarsi e sanguinare.

Le emorroidi interne si manifestano tipicamente con sanguinamenti dopo la defecazione e possono essere fastidiose, ma non sono così dolorose come le emorroidi esterne trombizzate. Talvolta le emorroidi interne causano una secrezione mucosa e una sensazione di evacuazione incompleta.

Le emorroidi si definiscono “strozzate” quando il prolasso e la costrizione bloccano l’apporto sanguigno, provocando dolore e, talvolta, ulcerazione.

 

 Diagnosi

La diagnosi richiede l’ispezione della regione ano-rettale e, per valutare le emorroidi non dolorose o sanguinanti, è necessaria l’anoscopia. Infatti, il sanguinamento rettale deve essere attribuito alle emorroidi solo dopo aver escluso altre condizioni più gravi ricorrendo alla sigmoidoscopia o alla colonscopia.

Le emorroidi interne possono essere classificate in base a determinate caratteristiche:

  1. Primo grado: sono prominenti, ma non c’è prolasso;
  2. Secondo grado: il prolasso compare dopo una espirazione forzata a glottide chiusa; dopo tale manovra, il prolasso si riduce spontaneamente;
  3. Terzo grado: il prolasso compare dopo una espirazione forzata a glottide chiusa; dopo tale manovra, il prolasso deve essere ridotto manualmente;
  4. Quarto grado: è la condizione di prolasso cronicizzato, in cui non è più possibile ridurlo manualmente.

 

Trattamento

Inizialmente, è sufficiente il trattamento sintomatico ricorrendo a preparati emollienti delle feci, semicupi tiepidi (sedendosi in una vasca di acqua tollerabilmente calda per 10 min. dopo ogni defecazione) e associando creme anestetiche contenenti lidocaina.

Il dolore causato dalle emorroidi esterne trombizzate può essere alleviato con farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS). Talora, può essere necessaria l’escissione chirurgica dell’emorroide esterna al fine di alleviare rapidamente il dolore: dopo infiltrazione con lidocaina 1%, la porzione trombizzata dell’emorroide viene asportata e la soluzione di continuo viene chiusa con una sutura assorbibile.

Nei Pazienti con emorroidi interne di grado I e II e in alcuni pazienti con emorroidi interne di grado III che non rispondano al trattamento sintomatico, si può ricorrere alla chirurgia ambulatoriale con:

  1. Scleroterapia: consiste nell’iniezione di sostanze che provocano la chiusura delle emorroidi interne sanguinanti;
  2. Legatura elastica: si ricorre a questa metodica per le emorroidi interne più grandi, per il sanguinamento delle emorroidi interne o quando il trattamento conservativo non abbia funzionato;
  3. Fotocoagulazione con infrarossi: si ricorre a questa metodica per eliminare le emorroidi interne sanguinanti, quelle non prolassate o quelle che non si sono risolte con la legatura elastica.

Chirurgia

  1. Emorroidectomia: consiste nell’asportazione del plesso emorroidario quando le altre modalità di trattamento non abbiano dato esito positivo o per le emorroidi interne di grado IV. Nel periodo postoperatorio sono comuni dolore, ritenzione urinaria e stipsi.
  2. Emorroidopessi o Prolassectomia con emorroidopessi: è una procedura chirurgica utilizzata in particolare per il trattamento di emorroidi di grado II e III nel quale una suturatrice circolare fissa alla parete del canale anale il tessuto di sostegno che si è allentato. Questo tipo di intervento, solitamente meno doloroso, consente una guarigione più rapida rispetto alla emorroidectomia completa, ma aumentano le recidive di emorroidi sintomatiche e, per questo motivo, non è consigliata per il grado IV della malattia.
  3. Dearterializzazione: consiste nell’asportazione con il laser delle emorroidi sotto guida Doppler. Non richiede l’anestesia, ma soltanto una lieve sedazione. Consiste nella chiusura con un laser delle piccole arterie che alimentano il plesso venoso emorroidario: in tal modo si determina una progressiva riduzione di volume delle vene emorroidarie responsabili della malattia con loro successiva chiusura. La chiusura completa richiede un lasso di tempo che oscilla dai 30 ai 45 giorni.
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