Questo termine identifica una sofferenza del disco intervertebrale in cui le fibre dell’anello fibroso appaiono fessurate e la sostanza gelatinosa del nucleo polposo fuoriesce in quanto non più trattenuta dall’anello. Questa alterazione strutturale può interessare qualsiasi distretto della colonna, ma le sedi colpite più spesso sono il tratto cervicale e lombare. Questa spostamento del nucleo polposo determina una compressione sulle strutture nervose del canale vertebrale, ad esempio le radici nervose. Di conseguenza, i sintomi causati da questa patologia sono rappresentati da dolore, formicolio, bruciore, crampi muscolari e deficit motorio.

L’ernia del disco può rimanere asintomatica anche per diverso tempo. Le manifestazioni che possono far sospettare della sua presenza sono:
1. Debolezza muscolare
La compressione della radice motoria che esce dal canale vertebrale determina una riduzione della forza dei muscoli che sono innervati da quella radice. Ciò si traduce in una riduzione parziale o totale della capacità motoria. Dunque, a livello cerebrale l’elaborazione dello stimolo al movimento viene elaborato in maniera corretta, ma la compressione periferica esercitata dall’ernia sul midollo ne impedisce l’esecuzione.
La debolezza muscolare può manifestarsi in modo improvviso o graduale ed interessare il muscolo in parte o completamente. E’ importante sottolineare come la sofferenza della radice motoria per un lungo periodo possa determinare una riduzione della massa muscolare. Ovviamente, i sintomi correlati a questo disturbo dipendono dal distretto muscolare colpito. Nel caso in cui la compressione sia completa si può arrivare alla paralisi.
2. Alterazioni della sensibilità
Nei casi in cui la compressione riguardi la radice sensitiva che fuoriesce dal canale vertebrale, la sintomatologia consiste in un’alterazione della sensibilità termica, dolorosa, tattile. Di conseguenza, questa compromissione si manifesta con formicolio, sensazione di puntura di spilli, intorpidimento. In questi casi, il paziente perde la sensibilità alla pressioni di lieve entità, alla temperatura, al dolore provocato, alle vibrazioni, al senso della posizione. In tal modo, si riduce o, addirittura, si perde la coordinazione dei movimenti e della deambulazione con rischio di cadute. Inoltre, la perdita della sensibilità dolorifica può far passare inosservate sia infezioni sia lesioni con il conseguente ritardo nell’effettuazione del trattamento medico.
Questi segni clinici si spiegano con la modalità di elaborazione degli stimoli attraverso la via sensoriale. Infatti, la condizione indispensabile che consente ad una persona di ricevere sensazioni normali è rappresentata dalla possibilità di rilevare le informazioni all’interno e intorno al proprio corpo; questo compito è deputato a dei recettori sensoriali che inviano il segnale attraverso i nervi sensoriali e le relative radici nervose che fuoriescono dal midollo spinale. Da qui i segnali arrivano fino al cervello che li elabora. Una prima manifestazione di alterata sensibilità può consistere nell’intorpidimento che insorge in pochi minuti o in alcune ore; l’area interessata dal fenomeno dell’intorpidimento corrisponde, ovviamente, alla zona innervata dalla radice soggetta alla compressione. Nei casi più gravi la compressione del midollo spinale può provocare la perdita di controllo della vescica e dell’intestino con conseguente incontinenza.

Lombalgia
Per la sua elevata frequenza merita una menzione particolare. E’ un sintomo presente in varie patologie tutte accomunate dalla diffusione del dolore alla regione lombare ed è estremamente frequente in età adulta, con massima incidenza in soggetti di 40-50 anni di entrambi i sessi. Circa l’80% della popolazione ne è colpito almeno una volta. La lombalgia può essere:
1. di origine vertebrale;
2. di origine extravertebrale
In relazione all’ernia del disco, qui interessa la forma di origine vertebrale. Va ricordato, tuttavia, che più cause di lombalgia possono coesistere nello stesso soggetto.
La manifestazione cardine è il dolore che può essere:
1. Locale: si manifesta in una zona specifica della regione lombare. Si tratta del dolore lombare più comune e può essere aggravato o alleviato dal cambiamento di posizione. La regione lombare può essere dolente spontaneamente o al tatto e possono manifestarsi spasmi muscolari.
2. Irradiato: è un dolore acuto che va dalla regione lombare alla gamba e può essere acuto e intenso. Riguarda solitamente solo la parte laterale o posteriore della gamba e non tutta la gamba. Può estendersi fino al piede o solo fino al ginocchio. Un colpo di tosse, uno starnuto, uno sforzo o la flessione della schiena con le gambe tese possono scatenare il dolore. Quando la pressione sulla radice nervosa è maggiore o è compresso anche il midollo spinale, il dolore può essere accompagnato da debolezza muscolare della gamba con formicolio o anche perdita di sensibilità o perdita di controllo della vescica o dell’intestino con conseguente incontinenza

Esame del Paziente
Nella valutazione del rachide vengono palpati sia i muscoli della colonna vertebrale sia quelli para vertebrali per valutare la comparsa di indolenzimento, di spasmi muscolari e la sensibilità alla pressione. Inoltre, deve essere misurato l’arco di movimento. L’esame neurologico si estende alla funzionalità dell’intero midollo spinale per quanto riguarda la forza e i riflessi tendinei profondi. 

Accertamenti
Le radiografie standard possono identificare la maggior parte delle alterazioni ossee e articolari. Tuttavia, essi non identificano anomalie nei tessuti molli o nel tessuto nervoso. Pertanto, generalmente le RX non sono necessarie e non cambiano la gestione. A volte, la RX standard serve per identificare anomalie ossee evidenti e per evitare la RMI (risonanza magnetica per immagini) e la TC (tomografia computerizzata), eventualmente con mezzo di contrasto. A seconda della manifestazione clinica, gli esami più utili sono:
Per lo studio di nervi sensoriali, plessi o radici nervose spinali: studio della conduzione nervosa ed elettromiografia utilizzando degli elettrodi (piccoli aghi) per stimolare un nervo in modo da misurare la velocità di trasmissione dell’impulso elettrico. Nell’elettromiografia, un piccolo ago viene inserito in un muscolo per registrarne l’attività elettrica in condizioni di riposo e durante la contrazione.
Per lo studio di plessi nervosi: RMI dopo aver iniettato un agente di contrasto in vena
Per lo studio di cervello e midollo spinale: RMI o TC.

 

Trattamenti non farmacologici dell’ernia discale

Ozono intradiscale
La distruzione chimica dell’ernia (chemionucleolisi) mediante l’ozono trova la sua applicazione nelle forme dolorose lombari o cervicali e/o irradiate a livello degli arti superiori od inferiori.

Cifoplastica – Vertebroplastica
Rappresentano due tecniche minimamente invasive per il trattamento delle fratture senza cedimento strutturale e deformazione della colonna. Viene eseguita in anestesia locale.

Stabilizzazione interspinosa
Consiste nella interposizione di dispositivi interspinosi per il trattamento della lombalgia e della sciatalgia conseguente a degenerazione della colonna lombare.

Termoablazione delle faccette articolari
Consiste nella a denervazione delle faccette articolari con un tipo particolare di energia, detta radiofrequenza, che interrompe temporaneamente la trasmissione elettrica dei nervi che conducono il segnale doloroso.

Termo ablazione discale
La termo ablazione sfrutta l’attività delle onde radio (radiofrequenza) per distruggere il nucleo polposo del disco intervertebrale.

Neuromodulazione
La neuromodulazione viene eseguita stimolando le strutture nervose affette da dolore cronico con la radiofrequenza pulsata (PRF). Questa metodica consente di somministrare una nottevole quantità di energia elettromagnetica alle strutture nervose coinvolte a temperatura controllata < 42° C.

DREZ
La rizotomia dorsale selettiva è una tecnica chirurgica irreversibile che consente di ridurre la spasticità dei muscoli, soprattutto nelle sindromi molto dolorose. La tecnica causa l’interruzione chirurgica delle terminazioni nervose provenienti dal midollo spinale che giungono ai muscoli interessati. 

Discectomia con laser
La Discectomia Percutanea Laser (PLDD – Percutaneous Laser Disc Decompression) è una procedura chirurgica utilizzata per la cura dell’ernia del disco. Viene normalmente utilizzata nel trattamento delle protrusioni discali lombari. E’ normalmente eseguita in anestesia locale, per via percutanea.

Discectomia endoscopica
La discectomia endoscopica consiste nel trattamento delle ernie discali lombari per via percutanea ed in anestesia locale. Questa tecnica consente di intervenire sul conflitto meccanico tra l’ernia e la radice e si avvale di uno strumento endoscopico progettato appositamente.

Ablazione chirugica del disco erniato
La classica discectomia chirurgica comporta una modificazione definitiva e irreversibile della colonna vertebrale, per cui è riservata ai casi in cui gli altri metodi di cui si è accennato sopra abbiano fallito o non vi sia fin dall’inizio l’indicazione. Consiste nell’asportazione del disco intervertebrale con la conseguente alterazione strutturale e morfologica del tratto di rachide interessato.

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