A cura di: Delia Avenia*
Si sa: il corpo umano, con il passare del tempo, tende ad usurarsi, a perdere stabilità, i vari organi non sono più tanto efficienti come una volta e si manifestano tanti altri cambiamenti dettati dall’inevitabile corso della natura. In particolar modo, il sistema osteoarticolare è forse il sistema più esposto a tale problema. È più che logico e naturale che, con l’avanzare dell’età, lo scheletro umano inizi a dare segni di cedimento, a partire dalla struttura interna dell’osso fino al rivestimento esterno. Ma, contestualizzando la questione, quello che una volta era rigorosamente e quasi esclusivamente associato solo all’età avanzata, adesso, purtroppo, interessa anche le fasce d’età più giovani o, perlomeno, queste possono presentare un rischio di sviluppare problemi osteoarticolari di un certo rilievo. Ancora una volta vengono chiamati in causa stili di vita moderni e frenetici che quasi impongono un’accelerazione assurda di tali processi, causa una sedentarietà forse eccessiva, oltre a una dieta quasi priva dei nutrienti essenziali per le ossa (vitamina D, calcio, anche vitamina K, per esempio) e, come esito principale alla base degli innumerevoli problemi innescati da simili fattori ambientali, uno stress ossidativo estremamente rilevante.
Dunque, si innesca un circolo vizioso che, relativamente al caso di specie, interessa lo scheletro e, semmai tale circolo vizioso non venisse interrotto, le probabilità di sviluppare una patologia osteoarticolare aumenterebbero di sicuro.
Tra le diverse patologie, al primo posto compare l’osteoporosi, seguita poi da artrite e artrosi (chiamata anche “osteoartrite”). Sebbene artrite ed osteoartrite siano, per modo di dire, due facce della stessa medaglia, le due malattie presentano delle differenze essenziali che si ripercuotono anche sul trattamento; infatti, mentre la prima, di natura autoimmune, è rappresentata essenzialmente da un fenomeno flogistico cronico che interessa la membrana sinoviale di una o più articolazioni, l’artrosi, invece, rappresenta la sfaccettatura più grave e articolata della questione, perché si tratta di una malattia degenerativa che colpisce la cartilagine articolare, notoriamente un tessuto poco irrorato dal sangue e con scarsa tendenza alla rigenerazione; conseguentemente, questo porta ad una lenta e progressiva difficoltà nel compiere anche i più semplici movimenti, fino alla disabilità, causata anche da una deformazione importante dell’articolazione.
Le terapie per ambo i tipi di patologia non differiscono molto le une dalle altre, perché anche l’artrosi è trattata con gli stessi farmaci per l’artrite (principalmente, antinfiammatori e antidolorifici), ma conoscendo le caratteristiche dell’artrosi, servirebbero dei trattamenti che non siano dei semplici palliativi, ma che, anzi, aiutino a migliorare la qualità di vita dei pazienti agendo sul problema. Perciò, ancora una volta, la natura propone numerosi rimedi alternativi che sembrerebbero avere molteplici effetti benefici tra cui, sorprendentemente, la rigenerazione delle cartilagini.
Il comunissimo olio d’oliva, per fare un esempio, è stato studiato per verificare quale impatto potessero avere i suoi composti bioattivi sull’osteoartrite e pare che, in abbinamento ad un corretto stile di vita e, soprattutto, una buona dose di esercizio fisico, abbia portato alla conclusione che l’olio d’oliva aiuti non solo a proteggere le cartilagini e a prevenire la patologia, ma anche a favorire la guarigione delle articolazioni colpite[1].
Impossibile poi non citare gli estratti di Curcuma Longa[2], considerati da tempo immemore come “la panacea di tutti i mali”. Sembrerebbe che, relativamente alle recenti osservazioni scientifiche sull’efficacia degli estratti di curcuma nel trattamento dell’artrosi, la curcumina (il componente più noto degli estratti di questa spezia) abbia dimostrato, da esperimenti in vitro su condrociti, di promuovere la produzione di collagene di tipo II e di interferire con la citochina proinfiammatoria IL-1β, oltre ad inibire l’enzima metalloproteinasi-13[3], ma è stato altresì osservato cosa accade unendo estratti di curcuma con estratti di Boswellia serrata e pare che una simile combinazione porti addirittura a riduzione del dolore e, conseguentemente, un miglioramento delle prestazioni fisiche e, in più, aumenti l’efficacia del trattamento anti-artrosico, forse proprio grazie all’azione combinata dei principi attivi delle due piante[4].
Proprio a proposito della Boswellia serrata, gli estratti di questa pianta hanno sempre suscitato interesse e curiosità relativamente al ruolo che possono avere nel trattamento dell’osteoartrite e altre patologie o semplici fastidi dovuti ad una reazione infiammatoria. Recentissimamente è stato posto in esame l’abbinamento tra estratti di Boswellia ed estratti di semi di sedano, riportando un miglioramento nelle condizioni generali, una riduzione del dolore, della rigidità e gonfiore articolare, perfino un incremento nella sintesi di cartilagine di tipo II[5].
Ancora più rilevante è l’insieme di benefici che l’Harpagophytum procumbens, conosciuto comunemente con il nome di “artiglio del Diavolo”: infatti, questa pianta di origine sudafricana è tradizionalmente usata in vari stati infiammatori, tra cui l’artrosi. E su quest’ultimo punto, la letteratura scientifica recente fornisce numerose conferme sull’impiego degli estratti di artiglio del Diavolo nell’osteoartrite; in particolare, è stato confermato che l’Harpagophytum procumbens possa essere usato tranquillamente nel trattamento, con significativi miglioramenti dei sintomi e della mobilità[6].
Al di là di tutto, però, un ruolo significativamente prominente nella prevenzione e anche nel controllo della patologia deve averlo lo stile di vita, a partire dall’alimentazione, che deve prevedere il consumo di alimenti prevalentemente anti-infiammatori e, quindi, ricchi di anti-ossidanti, acidi grassi omega-3, acidi grassi monoinsaturi, alimenti poco processati, ricchi di vitamine. Altro fattore preventivo è, ovviamente, l’attività fisica: se praticata regolarmente fin dall’infanzia, apporta grandi benefici alla salute non solo del sistema muscolo-scheletrico, ma anche a quello osteo-articolare e in generale, a tutto l’organismo. Di certo, l’attività fisica viene resa praticamente impossibile dall’osteoartrite e, anzi, viene notevolmente limitata dal dolore e dalla degenerazione cartilaginea, anche se recentissimi studi hanno rilevato che può aiutare ad alleviare il dolore e a migliorare la funzionalità articolare, specie se si eseguono esercizi di resistenza uniti ad attività fisica aerobica di intensità moderata.[7]
In conclusione, ancora una volta, la natura ci fornisce dei validi strumenti per ovviare ad un problema che, purtroppo, non ha effettivamente un rimedio o una cura definitiva, almeno di natura farmacologica. Gli estratti delle piante hanno dimostrato di essere molto efficaci nell’alleviare i sintomi e le conseguenze dell’osteoartrite e dunque, alla luce di tutto, il modo migliore di trattare il problema potrebbe risiedere in una sapiente combinazione della terapia farmacologica con l’impiego di preparati a base naturale, senza trascurare l’enorme impatto che ha lo stile di vita, sia prima della diagnosi, con scopi preventivi, che dopo, su questa patologia.
BIBLIOGRAFIA
musumeci g. et al., Extra-virgin olive oil diet and mild physical activity prevent cartilage degeneration in an osteoarthritis model: an in vivo and in vitro study on lubricin expression, in The Journal of Nutritional Biochemistry, volume 24, issue 12, 2013
wang j. et al., Regulation of type II collagen, matrix metalloproteinase-13 and cell proliferation by interleukin-1β is mediated by curcumin via inhibition of NF-κB signaling in rat chondrocytes, in Molecular Medicine Reports 16, 2017
haroyan a. et al., Efficacy and safety of curcumin and its combination with boswellic acid in osteoarthritis: a comparative, randomized, double-blind, placebo-controlled study, in BMC Complementary and Alternative Medicine, 2018
vaidya n. et al., Efficacy and safety of Boswellia serrata and Apium graveolens L. extract against knee osteoarthritis and cartilage degeneration: a randomized, double-blind, multicenter, placebo-controlled clinical trial, in Pharmaceutical Research, 2025
farpour h.r. et al., The efficacy of Harpagophytum procumbens (Teltonal) in patients with knee osteoarthritis: a randomized active-controlled clinical trial, in Evidence-Based Complementary and alternative medicine, 2021
hall m. et al., Addition of aerobic physical activity to resistance exercise for hip osteoarthritis (PHOENIX): a randomised comparative effectiveness trial, in The Lancet, Rheumatology, volume 7, issue 5, 2025
* Dottoressa in Scienze Nutraceutiche ed in Scienze degli Alimenti e della Nutrizione Umana, corsista Master II livello in Nutrizione e Dietetica Applicata
[1] musumeci g. et al., Extra-virgin olive oil diet and mild physical activity prevent cartilage degeneration in an osteoarthritis model: an in vivo and in vitro study on lubricin expression, in The journal of nutritional biochemistry, volume 24, issue 12, 2013
[2] Andrebbe precisato che, normalmente, i curcuminoidi sono altamente instabili e sensibili alle secrezioni gastriche, con il risultato che in circolo si ritrova una quantità effimera del preparato assunto. Motivo per il quale è preferibile impiegare prodotti farmaceutici a base di curcuma da applicare in sede, oppure dei preparati per via orale che siano stati sottoposti ad un processo di microincapsulazione, in modo tale che tutta la dose assunta agisca sul suo bersaglio.
[3] wang j. et al., Regulation of type II collagen, matrix metalloproteinase-13 and cell proliferation by interleukin-1β is mediated by curcumin via inhibition of NF-κB signaling in rat chondrocytes, in Molecular Medicine Reports 16: 1837-1845, 2017
[4] haroyan a. et al., Efficacy and safety of curcumin and its combination with boswellic acid in osteoarthritis: a comparative, randomized, double-blind, placebo-controlled study, in BMC Complementary and Alternative Medicine, 18:7, 2018
[5] vaidya n. et al., Efficacy and safety of Boswellia serrata and Apium graveolens L. extract against knee osteoarthritis and cartilage degeneration: a randomized, double-blind, multicenter, placebo-controlled clinical trial, in Pharmaceutical Research, 2025
[6] farpour h.r. et al., The efficacy of Harpagophytum procumbens (Teltonal) in patients with knee osteoarthritis: a randomized active-controlled clinical trial, in Evidence-Based Complementary and alternative medicine, 2021
[7] hall m. et al., Addition of aerobic physical activity to resistance exercise for hip osteoarthritis (PHOENIX): a randomised comparative effectiveness trial, in The Lancet, Rheumatology, volume 7, issue 5, E343-E354, 2025