Il trattamento dei rizoartrosi.
Il trattamento della rizoartrosi può essere ortesico-fisioterapico, infiltrativo e chirurgico. Per il trattamento chirurgico prediligo l’artroplastica biologica, intervento che dà buoni risultati senza gravi complicanze.
Per rizoartrosi si intende l’artrosi dell’articolazione trapeziometacarpale della mano, di quell’articolazione che costituisce appunto la “radice” (da Rhyzos) del pollice.
La diagnosi viene fatta con la visita specialistica e l’esame radiografico standard.
Il primo step terapeutico, soprattutto nei casi lievi o con scarsi segni di artrosi alle Rx, è di tipo conservativo con ortesi (tutori).
Si possono associare anche antiinfiammatori e terapie topiche (locali sulla cute) con cerotti medicati.
Il secondo step che utilizzo è la terapia infiltrativa articolare, con una prima infiltrazione con un cortisonico e successivamente se ancora necessario con collagene (2 infiltrazioni).
Nei casi con artrosi più avanzata, si ricorre ad un intervento chirurgo, che in genere è risolutivo.
Gli interventi di gran lunga più utilizzati al momento sono le artroplastiche biologiche, cioè interventi in cui si esegue l’asportazione più o meno completa del trapezio (l’osso alla base dell’articolazione) associata alla interposizione di tessuto tendineo (biologico appunto) autologo (del paziente stesso), prelevato da una regione anatomica adiacente.
Personalmente eseguo l’artroplastica in sospensione secondo la tecnica di Ceruso.
Dopo l’intervento applico una stecca gessata per circa 15- gg, per poi iniziare la rieducazione funzionale continuando part-time con un piccolo tutore.
Le complicanze più frequenti sono il dolore sul flessore radiale del carpo al polso e piccole aderenze sulla cicatrice, ma con una buona fisioterapia sono in genere superabili.