Ernia inguinale

Con il termine di ernia si intende la fuoriuscita parziale o totale di un viscere dalla cavità in cui è contenuto attraverso un orifizio, un canale anatomico o un’interruzione di una struttura anatomica.
L’ernia inguinale è la più diffusa tra le ernie addominali, di cui costituisce all’incirca l’80% dei casi. Si manifesta soprattutto nei soggetti di età compresa tra i 20 ed i 60 anni; tuttavia, si registrano casi anche tra anziani e bambini. E’ molto più frequente negli uomini che nelle donne per motivi legati alla diversa costituzione dell’anatomia inguinale nei due sessi; infatti, si stima che circa il 90% dei Pazienti siano uomini.
Può essere congenita o acquisita; nella donna la forma acquisita è rara, mentre è piuttosto comune quella congenita. In entrambi i sessi, la forma acquisita può essere legata al sovrappeso, al tipo di attività lavorativa, ad un infortunio. Infine, può esservi anche una predisposizione ereditaria.
In base alla localizzazione dell’orifizio della porta erniaria si riconoscono tre tipi di ernia inguinale.
– Ernia obliqua esterna: è la più frequente, dovuta allo sfiancamento dell’anello inguinale interno.
– Ernia diretta: si sviluppa lentamente e il colletto è generalmente molto ampio, con minori probabilità di strozzamento.
– Ernia obliqua interna: è poco frequente, ha una porta erniaria ampia e contiene quasi sempre tessuto adiposo prevescicale, la vescica o un diverticolo vescicale.

La sintomatologia è variabile, in quanto l’ernia inguinale non complicata può essere del tutto asintomatica o dare un senso di peso o di stiramento e fastidio in regione inguinale. Nell’ernia inguinale complicata, invece, il dolore si acuisce alla palpazione della tumefazione e le manovre di riduzione possono risultare insopportabili. Nei casi più gravi, degenera in ernia strozzata o incarcerata, con rischio di morte per sincope, shock e gangrena. Lo strozzamento dell’ernia avviene quando il viscere erniato viene incarcerato dalle strutture legamentose e muscolari della parete addominale o da un restringimento della porta erniaria. Questo fenomeno causa un ristagno di materiale intestinale ed impedisce al sangue di giungere nelle atre sedi limitrofe.

La terapia è rappresentata da:
1. mezzi contenitivi: si tratta di una soluzione palliativa, consigliabile solo ai pazienti per i quali l’intervento chirurgico risulterebbe troppo rischioso
2. chirurgia: è l’unico trattamento efficace; l’intervento è semplice, rapido e viene eseguito in anestesia locale o spinale con rischi di recidiva minimi. L’accesso chirurgico può essere tradizionale o per via laparoscopica. Consiste nell’apertura del canale inguinale, individuazione e isolamento dell’ernia, riduzione dell’ernia con eventuale asportazione del sacco erniario e rinforzo della parete. Le reti protesiche utilizzate per la ricostruzione e il rinforzo della porta erniaria sono biocompatibili.

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